Le origini del confino

Il confino politico non fu un’invenzione del tutto nuova del regime fascista, ma un’istituzione lasciata in eredità dal precedente sistema politico-istituzionale. Esso fu riutilizzato, perfezionato, e rinominato, passando da domicilio coatto a confino di polizia, diventando nel regime di Mussolini un efficace strumento repressivo nei confronti del dissenso politico.

Forme di confino.

  • Nel 1862 in occasione della spedizione di Garibaldi e impedita dal re Vittorio Emanuele II, dal governo Rattazzi e dalla cerchia dei moderati, era stato proclamato lo stato d’assedio in Sicilia e Campania. Nelle zone dove si era diffuso il brigantaggio era stata introdotta una giurisdizione militare di guerra e d’emergenza. In questa situazione di allarme generale fu emanata, il 15 agosto 1863 la cosiddetta legge Pica che fu pensata con una durata limitata fino alla fine di dicembre e che ampliava i poteri delle autorità militari e inaspriva le misure punitive, fra queste l’istituzione del domicilio coatto.
  • Il 20 marzo 1865 fu varato il primo Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza del Regno. il domicilio coatto, da provvedimento eccezionale, fu inserito nella legislazione ordinaria e la sua durata fu portata da un minimo di sei mesi a un massimo di due anni nei confronti dei soggetti già indicati dalla legge Pica.
  • Nel maggio 1866 per colpire e dissuadere coloro che mostravano sentimenti filoimperiali e filoaustriaci, fu varata una nuova legge che dava poteri all’esecutivo e che stabilizzava l’utilizzo del domicilio coatto come provvedimento di legislazione ordinaria. Esso fu utilizzato con chiaro intento politico e in ogni capoluogo di provincia fu istituita una commissione con il prefetto, il presidente del tribunale, il procuratore del re e due consiglieri provinciali.
  • Con il nuovo Testo unico delle leggi di PS del 30 giugno 1889, nato ufficialmente per fronteggiare la mafia, ma in realtà per colpire le agitazioni popolari e i moti sociali che andavano esplodendo, furono poste sotto stretto controllo le manifestazioni e le riunioni pubbliche di socialisti, repubblicani, anarchici e irredentisti. La legge dette un assetto definitivo alle misure preventive ponendosi in netto contrasto con il carattere liberale del primo codice penale del Regno d’Italia (codice Zanardelli).
  • Il 19 luglio 1894 per fronteggiare l’insurrezione dei Fasci siciliani e a seguito del fallito attentato al capo del governo Francesco Crispi, furono approvate le misure eccezionali di Pubblica sicurezza. Queste colpirono duramente il possesso di esplosivi, la libertà di riunione e di associazione per organizzazioni tese al sovvertimento dell’ordine pubblico e previdero l’applicabilità del domicilio coatto a persone pericolose per l’ordine pubblico e a coloro che andassero contro gli ordinamenti sociali. La genericità dei capi d’accusa consentiva all’autorità di assumere un atteggiamento arbitrario e allo stesso tempo colpiva socialisti ed anarchici. Con la legislazione eccezionale del 1894, il domicilio coatto fu slegato dalle altre due misure amministrative preventive (diffida ed ammonizione) e fu applicato ai promotori delle associazioni socialiste ed anarchiche diventando uno strumento politico. Con la caduta del governo Crispi, le leggi antianarchiche cessarono di avere effetto e il governo successivo Rudinì cercò di attenuare le tensioni concedendo l’amnistia ai condannati dei Fasci siciliani che rimasero sotto sorveglianza.
  • Nel 1871 una nuova legge modificò la durata del domicilio coatto prolungandola a cinque anni per i recidivi.
  • La detenzione per motivi politici tornò a essere usata negli anni 1915-1918 per colpire coloro che erano sospetti di spionaggio, di filoimperialismo, di antimilitarismo e di pacifismo. In questa categoria rientravano coloro che erano malvisti dalle autorità come operai e socialisti. Dopo la prima guerra mondiale il provvedimento colpì anche le popolazioni slave delle nuove province dell’Istria e della Venezia Giulia. I colpiti dal domicilio coatto furono portati nella colonia di Porto Ercole, nelle isole di San Nicola, Favignana, Lampedusa, Ustica, Lipari, Ponza, Ventotene, Pantelleria, Elba, Capraia, Gorgona e nella colonia penale di Assab in Eritrea.
  • Anche il regime fascista promulgò una legislazione eccezionale a causa di una serie di eventi scatenanti come gli attentati a Mussolini. I rapporti tra Stato e società civile si andarono sempre più incentrando sui concetti di sospetto e di sovversione e il domicilio coatto, rinominato confino di polizia, fu ripristinato. Nel 1925, come già detto, vi furono una serie di arresti da parte della polizia verso persone sospettate di aver progettato l’attentato a Mussolini. Furono così varate una serie di leggi. La legge di pubblica sicurezza del 1848 sostituì al domicilio coatto il confino di polizia, un provvedimento amministrativo che imponeva, per la tutela dell’ordine pubblico, l’obbligo di abitare in un luogo diverso dal comune di residenza per un periodo da uno a cinque anni. La nuova legge di pubblica sicurezza del 1926 rafforzò il potere di intervento preventivo e repressivo della polizia e allargato i margini di discrezionalità; con il nuovo testo unico del 1931, le leggi di pubblica sicurezza furono adeguate al codice penale e al codice di procedura penale dilatando il potere della polizia tanto che altre leggi furono sospese in modo del tutto discrezionale in nome dello stato di emergenza. La novità del fascismo rispetto ai precedenti decreti d’emergenza consistette, nel fatto che il regime non prevenne bensì causò lo sgretolamento dello stato civile, che abusò dello stato di guerra per raggirare o abolire la costituzione. La ragione di Stato non coincideva più con quella di uno Stato che garantiva la tutela dei diritti soggettivi controllando che gli organi di questo rispettassero la legge.
  • Dopo il 25 luglio 1943 il governo Badoglio emanò tre circolari per la liberazione dei detenuti , dei confinati politici e degli internati. La prima del 27 luglio escludeva gli anarchici, i comunisti e le persone ritenute pericolose per la loro influenza sulle masse. La seconda dell’8 agosto estendeva la liberazione anche alle persone influenti, con esclusione dei comunisti e degli appartenenti al movimento anarchico. La terza del 21 agosto estendeva la liberazione a tutti, con esclusione delle persone originarie da territori invasi dal nemico (Sicilia e Venezia Giulia) a meno che non indicassero di essere accompagnati presso parenti domiciliati nel resto d’Italia.
  • Infine con un decreto luogotenenziale del 10 dicembre 1944, furono abrogate le disposizioni relative “all’attività nociva agli interessi nazionali”.

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